Quando pensiamo all’Erasmus, tendenzialmente facciamo riferimento a quel periodo di studio all’estero, che molti di noi hanno affrontato durante l’università. Nel nostro immaginario collettivo l’Erasmus è connesso a termini come gioventù, viaggio e grandi capitali europee e, magari, senza avervi mai preso parte di persona abbiamo comunque assimilato questa iconografia del programma Erasmus.
Definire tutto questo una semplificazione sarebbe riduttivo. Che una delle decine di attività che compongono questo programma sia arrivata al punto da sostituire il programma stesso nel pensiero comune è indicativo dell’immenso impatto che essa ha avuto in tutta Europa, ma anche della visibilità delle altre azioni di programma.
Il risultato è che numerose risorse messe a disposizione per progetti che nulla hanno a che vedere con l’università rimangono inaccessibili agli enti perché non sono a conoscenza della loro esistenza.
Esempio lampante di questo problema, sono le biblioteche. Nel corso del Convegno Stelline (il più grande evento in Italia dedicato alle biblioteche) abbiamo partecipato ad un workshop, tenuto dall’Agenzia Indire L’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), il cui obiettivo era proprio mostrare ai bibliotecari italiani che il programma Erasmus si rivolge anche a loro, e che le opportunità di finanziamento sono numerosissime.
Come le biblioteche anche gli enti locali faticano ad immaginare le modalità con cui potrebbero prendere parte al programma.
Quindi il primo passo per colmare questo gap, tra le risorse offerte e la percezione che si ha di esse, è necessario comprendere il programma e le parti che lo compongon0.
I SETTORI CHE COMPONGONO IL PROGRAMMA
Il programma Eramsus+ si compone in diversi settori:
- Educazione e Formazione
- Giovani
- Sport
- Jean Monnet
Il settore educazione e formazione è il più ampio e certamente il più conosciuto, ed include:
- Educazione scolastica
- Educazione Universitaria
- VET-Formazione professionale e Training
- Educazione degli adulti
Non solo include l’educazione più tradizionale scolastica e universitaria, ma anche la formazione professionale e la formazione non professionale degli adulti.
Questo perché il programma persegue la sua finalità principale: promuovere il life-long learning, ovvero l’apprendimento permanente fino a raggiungere, entro il 2030, una percentuale pari al 60% degli adulti che almeno una volta all’anno prendono parte ad un’attività di formazione.
La Formazione per gli adulti ad esempio è un settore poco conosciuto, ma che in realtà abbraccia una grande varietà di attori diversi. La sua scarsa popolarità viene evidenziata dai dati raccolti nell’agenda europea rinnovata per l’apprendimento degli adulti (EAAL), dove si riconosce la necessità per tutti gli adulti di rafforzare regolarmente le loro competenze personali e professionali, ma anche che l’apprendimento degli adulti è il punto più debole nel sistema di apprendimento permanente, difatti la partecipazione degli adulti all’apprendimento continua a essere bassa.
Ma, anche immaginando che un ente fosse interessato a prendere parte al programma Erasmus plus, nell’ambito dell’educazione degli adulti, quali sono le attività che possono essere realizzate?
QUALI ATTIVITA' POSSONO ESSERE REALIZZATEALL'INTERNO DEL PROGRAMMA ERASMUS+
Il programma Eramsus +, oltre a dividersi in settori, si struttura in key action, che potremmo definire macro ambiti di attività. Queste key action sono trasversali a tutti i settori, e sono:
- Key action 1: mobilità individuale a fini di apprendimento
- Key action 2: cooperazione tra organizzazioni e istituzioni
- Key action 3: sostegno alla definizione delle politiche e alla cooperazione
La fetta più ampia del budget di programma è destinata alla key action 1, ovvero alla mobilità, si parla circa del 70% del budget totale. Questo perchè negli anni si è visto come la mobilità sia in grado di generare effetti positivi nello sviluppo personale, sociale e personale degli individui.
La mobilità viene spesso associata all’ambito scolastico/universitario, ma raramente la si lega ad esperienze tipiche della vita adulta. Al contrario, il programma Erasmus incoraggia tutti gli individui, qualsiasi età essi abbiano, ad intraprendere attività di mobilità.
L’azione chiave 1 sostiene gli erogatori di istruzione degli adulti o le organizzazioni che in altre vesti desiderano organizzare attività di mobilita individuale per i discenti adulti in particolare con minori opportunità, per i docenti, i formatori e altro personale che opera nel settore dell’istruzione degli adulti.
Un esempio di come le attività di mobilità possano essere applicate ad ambiti diversi da quello scolastico è il progetto “Job Shadowing per operatori sociali dell’area disagio adulto di Bologna”. Il progetto mira a creare esperienze di job shadowing rivolte agli operatori sociali della città di Bologna. L’intervento si colloca nel contesto bolognese dove è in corso un percorso di accompagnamento ai processi di definizione del sistema dei servizi per gli adulti, avviato dal Comune di Bologna. Il progetto prevede la realizzazione di 11 esperienze di job shadowing nelle città europee di Londra, Glasgow, Parigi, Lisbona e Barcellona.
L’azione chiave 2 riguarda i progetti di cooperazione tra organizzazioni, i cui obiettivi sono:
- Aumentare la qualità del lavoro e delle attività delle organizzazioni coinvolte;
- Sviluppare la capacità delle organizzazioni di lavorare a livello transnazionale;
- Affrontare le esigenze e le priorità comuni nel proprio settore di riferimento;
- Facilitare la trasformazione e il cambiamento, portando a nuovi approcci, in proporzione al contesto di ciascuna organizzazione.
Anche in questo caso le opportunità sono moltissime. Prendiamo ad esempio il progetto “Potenziare i servizi delle biblioteche pubbliche per gli utenti ipovedenti attraverso strumenti e formazione TIC”. presentato dall’Unione della Romagna Faentina. Il progetto si è proposto l’obiettivo di fornire ai bibliotecari le competenze necessarie ad aiutare gli utenti ipovedenti, e da lì ha sviluppato nuove strategie di engagement e scoperto strumenti digitali e non da introdurre nelle biblioteche coinvolte.
FARE I PRIMI PASSI NEL MONDO ERASMUS PLUS
Quindi di fronte a tutta la miriade di possibilità che il programma Erasmus plus mette a disposizione sembra legittimo chiedersi : ma come comincio?
Soprattutto per i “non addetti ai lavori” il primo impatto può apparire scoraggiante, e la mole di documenti da leggere di certo non aiuta . Ma se riusciamo ad andare oltre le lungaggini burocratiche , farci un’idea chiara sui testi di riferimento può essere un buon primo step. I documenti da tenere in considerazione sono:
- Il work programme. Ogni anno viene pubblicato il documento di programma che specifica gli obiettivi generali, le priorità e i risultati attesi, ma sopratutto indica chiaramente la distribuzione del budget nelle varie misure di finanziamento e da il framework per l’elaborazione di un progetto.
- il call document. Ogni misura di finanziamento avrà un documento di riferimento, dove sono inserite tutte le informazioni relative al bando: l’ammissibilità, gli obiettivi, il partenariato, il budget ecc. Quando si presenta un bando erasmus è importante aver ben presente tutte le guidelines previste dal suo call document di riferimento.
- il model Grant agreement. Il grant è l’accordo che sottoscriverete solo quando il vostro progetto verrà approvato, e che rappresenta il “contratto”che stipulate con l’Unione Europea. Il grant ha un format specifico che contiene indicazioni molto utili per l’elaborazione del budget e la scelta dei costi.
- Inclusione e diversità
- Sostenibilità ambientale
- Dimensione digitale
- Partecipazione e impegno civico
Un’altra buona pratica è quella di iniziare dalle misure di finanziamento “d’entrata”, ovvero quei bandi che sono stati pensati per i nuovi arrivati, che non hanno alle spalle una progettazione erasmus.
- Per i progetti di mobilità (Key action 1) facciamo riferimento ai progetti di breve durata, che hanno una durata e un budget minori
- Per i progetti di cooperazione (Key action 2) facciamo riferimento ai progetti small-scale, ovvero di piccola scala, che per la composizione del partenariato e le dimensioni del budget si distinguono dai progetti di cooperazione tradizionali, in quanto più snelli ed accessibili.
In generale però, il consiglio è sempre quello di affidarsi ad un buon progettista con esperienza in progettazione europea, che sappia guidarvi e supportarvi in tutte le fasi di progettazione e vi aiuti a presentare una candidatura solida.
Se vuoi saperne di più scrivimi a rebeccaantinori@studio2di2.com