SFRUTTARE IL PROGRAMMA CERV DELLA COMMISSIONE EUROPEA PER IL SUCCESSO DELLE BIBLIOTECHE ITALIANE

L’Unione Europea offre una serie di opportunità di finanziamento (anche) alle biblioteche, attraverso il Programma CERV “Cittadinanza Europea e Valori comuni”, (qui trovi un quadro generale del programma)che può rappresentare un importante motore di sviluppo per le biblioteche italiane. 

IL PROGRAMMA CERV: UN'OPPORTUNITA' PER LE BIBLIOTECHE

Cogliendo l’invito contenuto nella risoluzione dei Ministri della Cultura dei Paesi dell’Unione (dello scorso Novembre 2022) rivolto a tutti gli istituti culturali ed, in primis, alle biblioteche pubbliche, a stimolare massimamente la partecipazione alla vita civica, è importante che le biblioteche italiane sfruttino appieno queste opportunità, al fine di elevare il benessere delle comunità locali e di far crescere il settore, in Italia.

Tra le call previste per il 2024, alcune si rivelano particolarmente rilevanti per le biblioteche e i professionisti del settore, in quanto offrono l’opportunità di sostenere progetti innovativi e socialmente rilevanti (e che consentano di valorizzare le potenzialità delle biblioteche pubbliche come piattaforme per la partecipazione culturale e quindi civica dei cittadini) .

Peraltro le call di CERV sono pensate anche per tutti quei soggetti che non hanno una grande esperienza di progettazione europea, per la semplificazione nelle procedure di presentazione delle candidature, per l’uso di un linguaggio molto vicino a quello delle biblioteche, per i livelli di supporto messi in campo dai desk nazionali.

Avere sviluppato una buona pianificazione e avere chiaro il proprio sistema di obiettivi e priorità, è ciò che maggiormente rileva per il successo.

In questo articolo, esploreremo alcune di queste call e come le biblioteche italiane possono sfruttarle al meglio.

1. GENDER EQUALITY

La promozione dell’uguaglianza di genere è una priorità chiave nell’agenda dell’Unione Europea. La call dedicata a questo tema nel Programma CERV può rappresentare un’opportunità per le biblioteche italiane di sviluppare progetti volti a promuoverla attraverso iniziative culturali, educative e informative. E soprattutto valorizzando la comunità e la partecipazione. (in attesa entro la fine dell’anno con scadenza supposta il prossimo Marzo 2024).

2. NETWORK OF TOWNS

La call “Network of Towns” mira a promuovere la cooperazione tra città e comunità in Europa. Le biblioteche italiane possono svolgere un ruolo chiave nell’agevolare la creazione di reti tra città e comuni attraverso iniziative culturali e progetti di scambio (in attesa per Dicembre, con scadenza presunta il prossimo Aprile 2024).

3. CHILD

La call “Child” è dedicata ai progetti che promuovono il benessere e lo sviluppo dei bambini, valorizzando il loro protagonismo. Le biblioteche italiane possono svolgere un ruolo significativo nell’educazione e nell’intrattenimento dei giovani lettori. Progetti incentrati sulla promozione della lettura, l’organizzazione di eventi culturali per bambini e l’accesso a risorse educative di alta qualità possono essere finanziati attraverso questa call (già aperto, con scadenza a Marzo 2024).

4. CITIZENS’ ENGAGEMENT

L’engagement dei cittadini è fondamentale per il successo di qualsiasi comunità. Le biblioteche sono luoghi ideali per promuovere la partecipazione attiva dei cittadini. Progetti che mirano a coinvolgere la comunità locale, a promuovere la cittadinanza attiva e a favorire il dialogo tra cittadini possono trovare finanziamenti in questa call (in attesa per la prossima primavera con scadenza presunta il prossimo Settembre 2024).

PROGRAMMA CERV: UN’OPPORTUNITÀ PER I COMUNI

Le amministrazioni comunali sono l’ancora di stabilità nelle nostre comunità locali, e giocano un ruolo essenziale nel promuovere la coesione sociale e la partecipazione dei cittadini. Il “Programma CERV” dell’Unione Europea offre un’opportunità unica per i comuni di raggiungere questi obiettivi in modo più efficace. In questo articolo, esploreremo cos’è il Programma CERV, i suoi obiettivi e priorità, a chi si rivolge e perché potrebbe interessare ai comuni. Inoltre, scopriremo tre iniziative in arrivo che offriranno ulteriori opportunità di finanziamento e collaborazione.

PROGRAMMA CERV: COS'È E COSA PROPONE

Il “Programma CERV,” acronimo di “Cittadinanza Europea, Valori e Responsabilità,” rappresenta un’iniziativa dell’Unione Europea volta a promuovere la partecipazione attiva dei cittadini e a rafforzare il tessuto sociale delle comunità locali. Il programma offre supporto finanziario e logistico per una vasta gamma di progetti mirati a promuovere la cittadinanza attiva, l’integrazione, la partecipazione democratica e l’innovazione sociale nei comuni.

OBIETTIVI E PRIORITÀ

Il Programma CERV si concentra su obiettivi chiave che includono:

  • Promuovere la partecipazione attiva dei cittadini: Incentivare i cittadini a prendere parte attiva nella vita democratica e nella costruzione della comunità.

  • Favorire l’integrazione e l’intercultura: Sostenere progetti che promuovono l’integrazione delle comunità culturalmente diverse, abbattendo le barriere sociali e favorendo la comprensione reciproca.

  • Stimolare l’innovazione sociale: Offrire risorse per sperimentare nuove idee e iniziative, contribuendo al progresso sociale ed economico.

A CHI SI RIVOLGE

Il Programma CERV si rivolge principalmente alle amministrazioni comunali e locali, alle autorità regionali e alle organizzazioni della società civile. In particolare, i beneficiari eleggibili includono:

  • Comuni e Municipi: Le amministrazioni locali sono al centro del programma poiché svolgono un ruolo cruciale nell’interazione diretta con i cittadini e nella promozione della cittadinanza attiva.

  • Organizzazioni della Società Civile: Le organizzazioni non governative, le associazioni culturali, le organizzazioni di volontariato e altre entità della società civile sono incoraggiate a presentare proposte progettuali innovative.

  • Autorità Regionali: Le autorità regionali possono partecipare attivamente ai progetti che mirano a promuovere la coesione sociale e il coinvolgimento dei cittadini nelle regioni.

PERCHÈ POTREBBE INTERESSARE I COMUNI

I comuni hanno tutto da guadagnare partecipando al Programma CERV. Questo offre loro l’opportunità di:

  • Stimolare la Partecipazione dei Cittadini: Attraverso progetti incentrati sulla partecipazione attiva, i comuni possono coinvolgere i cittadini in attività significative che rafforzano il senso di comunità e di appartenenza.

  • Favorire l’Integrazione e l’Inclusione: Il Programma CERV offre spazio per progetti che promuovono l’integrazione delle comunità culturalmente diverse, incoraggiando la comprensione reciproca e abbattendo le barriere sociali.

  • Stimolare l’Innovazione Sociale: I comuni possono utilizzare i fondi del Programma CERV per sperimentare nuove idee e iniziative, spingendo i confini dell’innovazione sociale e offrendo servizi più efficaci alla comunità.

TRE BANDI INTERESSANTI

Ora, concentriamoci su tre iniziative in arrivo che offriranno ulteriori opportunità di finanziamento e collaborazione nel contesto del Programma CERV:

– Town Twinning: Questa iniziativa mira a promuovere lo scambio e la collaborazione tra comuni gemellati, offrendo fondi per progetti che rafforzano i legami tra le comunità. È un’occasione per condividere esperienze, tradizioni e progetti con altre località, creando una rete di amicizia e collaborazione.

– Networks of Towns: Questa iniziativa incoraggia le reti di comuni a lavorare insieme su progetti che promuovono la partecipazione dei cittadini, l’innovazione sociale e la comprensione reciproca. Le reti di comuni possono affrontare sfide comuni e lavorare verso obiettivi condivisi.

– European Remembrance: Questa iniziativa mira a promuovere la conoscenza della storia europea, inclusi i periodi di autoritarismo e totalitarismo, attraverso progetti che coinvolgono la comunità e promuovono valori democratici. È un’opportunità per preservare la memoria storica e promuovere una comprensione più profonda del passato europeo.

In sintesi, il Programma CERV rappresenta un’opportunità straordinaria per i comuni di promuovere la partecipazione attiva, l’integrazione, l’innovazione sociale e la comprensione reciproca nella comunità locale. Con le iniziative in arrivo, c’è un’abbondanza di opportunità per creare legami più forti tra le comunità e celebrare il potenziale delle amministrazioni locali nella costruzione di una società più coesa e partecipativa.

Per saperne di più non esitate a contattarci!

ERASMUS + OLTRE L’ERASMUS: SCOPRIRE UN PROGRAMMA AL DI LÀ DELLA SUA MISURA PIÙ CELEBRE

Quando pensiamo all’Erasmus, tendenzialmente facciamo riferimento a quel periodo di studio all’estero, che molti di noi hanno affrontato durante l’università. Nel nostro immaginario collettivo l’Erasmus è connesso a termini come gioventù, viaggio e grandi capitali europee e, magari, senza avervi mai preso parte di persona abbiamo comunque assimilato questa iconografia del programma Erasmus.

Definire tutto questo una semplificazione sarebbe riduttivo. Che una delle decine di attività che compongono questo programma sia arrivata al punto da sostituire il programma stesso nel pensiero comune è indicativo dell’immenso impatto che essa ha avuto in tutta Europa, ma anche della visibilità delle altre azioni di programma.

Il risultato è che numerose risorse messe a disposizione per progetti che nulla hanno a che vedere con l’università  rimangono inaccessibili agli enti perché non sono a conoscenza della loro esistenza.

Esempio lampante di questo problema, sono le biblioteche. Nel corso del Convegno Stelline (il più grande evento in Italia dedicato alle biblioteche) abbiamo partecipato ad un workshop, tenuto dallAgenzia Indire  L’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), il cui obiettivo era proprio mostrare ai bibliotecari italiani che il programma Erasmus si rivolge anche a loro, e che le opportunità di finanziamento sono numerosissime.

Come le biblioteche anche gli enti locali faticano ad immaginare le modalità con cui potrebbero prendere parte al programma.

Quindi il primo passo per colmare questo gap, tra le risorse offerte e la percezione che si ha di esse, è necessario comprendere il programma e le parti che lo compongon0.

I SETTORI CHE COMPONGONO IL PROGRAMMA

Il programma Eramsus+ si compone in diversi settori:

  1. Educazione e Formazione
  2. Giovani 
  3. Sport  
  4. Jean Monnet 

Il settore educazione e formazione è il più ampio e certamente il più conosciuto, ed include:

  • Educazione scolastica
  • Educazione Universitaria
  • VET-Formazione professionale e Training
  • Educazione degli adulti

Non solo include l’educazione più tradizionale scolastica e universitaria, ma  anche la formazione professionale e la formazione non professionale degli adulti. 

Questo perché il programma persegue la sua finalità principale: promuovere il life-long learning, ovvero l’apprendimento permanente fino a raggiungere, entro il 2030, una percentuale pari al 60% degli adulti che almeno una volta all’anno prendono parte ad un’attività di formazione. 

La Formazione per gli adulti ad esempio è un settore poco conosciuto, ma che in realtà abbraccia una grande varietà di attori diversi. La sua scarsa popolarità viene evidenziata dai dati raccolti nell’agenda europea rinnovata per l’apprendimento degli adulti (EAAL), dove si  riconosce la necessità per tutti gli adulti di rafforzare regolarmente le loro competenze personali e professionali, ma anche che l’apprendimento degli adulti è il punto più debole nel sistema di apprendimento permanente, difatti la partecipazione degli adulti all’apprendimento continua a essere bassa.

Ma, anche immaginando che un ente fosse interessato a prendere parte al programma Erasmus plus, nell’ambito dell’educazione degli adulti, quali sono le attività che possono essere realizzate?

QUALI ATTIVITA' POSSONO ESSERE REALIZZATEALL'INTERNO DEL PROGRAMMA ERASMUS+

Il programma Eramsus +, oltre a dividersi in settori, si struttura in key action, che potremmo definire macro ambiti di attività. Queste key action sono trasversali a tutti i settori, e sono: 

  • Key action 1: mobilità individuale a fini di apprendimento
  • Key action 2: cooperazione tra organizzazioni e istituzioni
  • Key action 3: sostegno alla definizione delle politiche e alla cooperazione 

La fetta più ampia del budget di programma è destinata alla key action 1, ovvero alla mobilità, si parla circa del 70% del budget totale. Questo perchè negli anni si è visto come la mobilità sia in grado di generare effetti positivi nello sviluppo personale, sociale e personale degli individui. 

La mobilità viene spesso associata all’ambito scolastico/universitario, ma raramente la si lega ad esperienze tipiche della vita adulta. Al contrario, il programma Erasmus incoraggia tutti gli individui, qualsiasi età essi abbiano, ad intraprendere attività di mobilità

L’azione chiave 1 sostiene gli erogatori di istruzione degli adulti o le organizzazioni che in altre vesti desiderano organizzare attività di mobilita individuale per i discenti adulti in particolare con minori opportunità, per i docenti, i formatori e altro personale che opera nel settore dell’istruzione degli adulti.

Un esempio di come le attività di mobilità possano essere applicate ad ambiti diversi da quello scolastico è il progetto “Job Shadowing per operatori sociali dell’area disagio adulto di Bologna”. Il progetto mira a creare esperienze di job shadowing rivolte agli operatori sociali della città di Bologna. L’intervento si colloca nel contesto bolognese dove è in corso un percorso di accompagnamento ai processi di definizione del sistema dei servizi per gli adulti, avviato dal Comune di Bologna. Il progetto prevede la realizzazione di 11 esperienze di job shadowing nelle città europee di Londra, Glasgow, Parigi, Lisbona e Barcellona. 

L’azione chiave 2 riguarda i progetti di cooperazione tra organizzazioni, i cui obiettivi sono: 

  • Aumentare la qualità del lavoro e delle attività delle organizzazioni coinvolte;
  • Sviluppare la capacità delle organizzazioni di lavorare a livello transnazionale;
  • Affrontare le esigenze e le priorità comuni nel proprio settore di riferimento;
  •  Facilitare la trasformazione e il cambiamento, portando a nuovi approcci, in proporzione al contesto di ciascuna organizzazione.

Anche in questo caso le opportunità sono moltissime. Prendiamo ad esempio il progetto Potenziare i servizi delle biblioteche pubbliche per gli utenti ipovedenti attraverso strumenti e formazione TIC”. presentato dall’Unione della Romagna Faentina. Il progetto si è proposto l’obiettivo di fornire ai bibliotecari le competenze necessarie ad aiutare gli utenti ipovedenti, e da lì ha sviluppato nuove strategie di engagement e scoperto strumenti digitali e non da introdurre nelle biblioteche coinvolte. 

FARE I PRIMI PASSI NEL MONDO ERASMUS PLUS

Quindi di fronte a tutta la miriade di possibilità che il programma Erasmus plus mette a disposizione sembra legittimo chiedersi : ma come comincio?

Soprattutto per i “non addetti ai lavori” il primo impatto può apparire scoraggiante, e la mole di documenti da leggere di certo non aiuta . Ma se riusciamo ad andare oltre le lungaggini burocratiche , farci un’idea chiara sui testi di riferimento può essere un buon primo step. I documenti da tenere in considerazione sono: 

  • Il work programme. Ogni anno viene pubblicato il documento di programma che specifica gli obiettivi generali, le priorità e i risultati attesi, ma sopratutto indica chiaramente la distribuzione del budget nelle varie misure di finanziamento e da il framework per l’elaborazione di un progetto.
  • il call document. Ogni misura di finanziamento avrà un documento di riferimento, dove sono inserite tutte le informazioni relative al bando: l’ammissibilità, gli obiettivi, il partenariato, il budget ecc. Quando si presenta un bando erasmus è importante aver ben presente tutte le guidelines previste dal suo call document di riferimento.
  • il model Grant agreement. Il grant è l’accordo che sottoscriverete solo quando il vostro progetto verrà approvato, e che rappresenta il “contratto”che stipulate con l’Unione Europea. Il grant ha un format specifico che contiene indicazioni molto utili per l’elaborazione del budget e la scelta dei costi. 
Un altro aspetto importante è quello delle prorità di programma, che vanno tenute in considerazione fin dall’inizio della progettazione. Se la nostra idea non rispecchia nessuna delle priorità annuali, tanto vale rinunciare alla candidatura. Quest’anno le priorità sono: 
  • Inclusione e diversità
  • Sostenibilità ambientale 
  • Dimensione digitale 
  • Partecipazione e impegno civico

Un’altra buona pratica è quella di iniziare dalle misure di finanziamento “d’entrata”, ovvero quei bandi che sono stati pensati per i nuovi arrivati, che non hanno alle spalle una progettazione erasmus. 

  • Per i progetti di mobilità (Key action 1) facciamo riferimento ai progetti di breve durata, che hanno una durata e un budget minori
  • Per i progetti di cooperazione (Key action 2) facciamo riferimento ai progetti small-scale, ovvero di piccola scala, che per la composizione del partenariato e le dimensioni del budget si distinguono dai progetti di cooperazione tradizionali, in quanto più snelli ed accessibili.

In generale però, il consiglio  è sempre quello di affidarsi ad un buon progettista con esperienza in progettazione europea, che sappia guidarvi e supportarvi in tutte le fasi di progettazione e vi aiuti a presentare una candidatura solida.

Se vuoi saperne di più scrivimi a rebeccaantinori@studio2di2.com

Europrogettazione

Da dove iniziare a parlare di un argomento che ha duemila possibili punti di ingresso?

Dal cronico ritardo italiano nell’accedere alle opportunità e alle risorse europee? No, perché la logica della lamentela non ci appartiene.

Dalle opportunità e dalle risorse europee (moltiplicate vieppiù dal Recovery Fund)? Interessante, ma rischia di creare solo aspettative e conseguenti possibili delusioni.

Dalla necessità di adottare un approccio progettuale alle attività delle nostre organizzazioni? Si, questo è l’aspetto che ci interessa maggiormente, soprattutto perché mette in campo la nostra creatività e la nostra propensione al cambiamento e all’innovazione.

Accedere alle risorse dei bandi europei candidando progetti vincenti non è una questione di conoscenza dei programmi, delle call specifiche e del funzionamento delle piattaforme; non è sicuramente solo quello (sebbene poi serva anche quello!).

Come sempre, non si tratta di imparare un tecnicismo (noi di 2di2 siamo qui anche per integrare le conoscenze di chi, quei tecnicismi, non ha intenzione, voglia, tempo di impararli): prima di tutto si tratta di avere le idee giuste e chiare.

Il mio mentore dice sempre: “le idee non seguono i soldi, ma al contrario sono i soldi che arrivano quando c’è l’idea giusta”. A furia di sentirglielo ripetere mi sono convinta che le cose stanno esattamente così: aspettare di vedere il testo del bando per farsi venire l’idea da candidare è una mossa perdente.

È troppo tardi e si rischia di inseguire la scadenza presentando poi una candidatura debole e lacunosa.

Occorre avere in testa qual è l’obiettivo di innovazione (dove per innovazione intendo la capacità di rispondere alle sollecitazioni esterne introducendo un cambiamento nella mia organizzazione) che intendo realizzare e poi chiedersi: risponde ad una finalità ritenuta rilevante dalla UE? In che modo? Come il mio progetto può rispondere ad esigenze condivise da altri soggetti?

In questo modo garantiamo che le risorse europee che dovessero esserci riconosciute creino valore non solo per noi e la nostra organizzazione, e, a cascata, i benefici del progetto raggiungano altri soggetti, amplificando il ritorno dell’investimento europeo.

L’Agenda ONU 2030 (quella dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, gli SDG) ci facilita il compito: quando pensiamo a come innovare nella nostra organizzazione (pubblica o privata, for profit o sociale che sia) avere chiaro a quale degli obiettivi dell’Agenda vogliamo dare una risposta, è un ottimo punto di partenza (forse oggi l’unico che vale la pena di adottare).

Avere un buon piano degli obiettivi di medio e lungo periodo; progettare le soluzioni utilizzando metodologie di facilitazione che valorizzino le competenze dei team e la creatività dei collaboratori; dotarsi di strumenti di informazione sui programmi europei e i calendari delle call, sono gli ulteriori aspetti importantissimi che occorre presidiare per elaborare candidature interessanti e di possibile successo.

Il resto è rimesso  – anche – alla sorte (non dobbiamo mai dimenticare che la competizione è altissima)…ma come sappiamo tutti “la fortuna è quando l’opportunità bussa e tu rispondi”.

 

Enjoy!

 

Come Partecipare ad un bando europeo

L’europrogettazione può sembrare a molti qualcosa di vago e complesso. Una realtà troppo lontana dal nostro quotidiano perchè le due possano conciliarsi. Ed è proprio questa mancata comprensione dell’opportunità racchiusa nei fondi europei che impedisce a molte realtà di trasformare le proprie idee in progetti europei.

Quindi il primo passo per avvicinarsi all’ Europrogettazione consiste nell’adottare un punto di vista Europeo.

Ovvero comprendere che attraverso i suoi programmi l’Europa persegue i propri obiettivi strategici e solo abbracciando questi ultimi potremmo sperare di avere successo.

Inoltre i bandi europei non si rivolgono mai agli italiani, ai tedeschi, ai francesi … ma ai cittadini Europei. Quindi è importante comprendere che un bando europeo non può e non deve rivolgersi ad un’unica nazione, ma è sempre rivolto all’Unione nella sua interezza. 

Capito questi due concetti possiamo cominciare!

Qui troverete le indicazioni essenziali per avvicinarvi all’europrogettazione, che vi permetteranno di comprendere quali strategie adottare e quali sono le accortezze di cui tenere conto. 

1. Cercare la call

Sembra facile non è vero? Sfortunatamente al momento in Europa ci sono 30 programmi di finanziamento e centinaia di calls (bandi). Quindi la prima cosa da fare è capire quale di questi programmi si adatta alle vostre esigenze. Gli esempi più celebri sono certamente il programma Erasmus+ dedicato all’insegnamento, Europa Creativa rivolto ai settore culturale e creativo, il CERV (Citizens, Equality, Rights and Values) il programma dedicato alla promozione dei valori europei e alla difesa dei diritti umani, Horizon il programma per la ricerca e l’innovazione ecc.

Purtroppo L’UE non è ancora dotata di un sito unico dove trovare tutti i programmi di finanziamento, che tendono a essere sparsi qua e là tra vari siti. Database di ricerca come Europa Facile possono dare un mano ma in generale è sempre meglio andare alla fonte è usare la piattaforma Funding & Tender opportunities . Qui troverete tutte le informazioni aggiornate su programmi e call, con i loro rispettivi documenti. Malgrado il sito sia tutto tranne che intuitivo, rimane davvero l’unico luogo dove reperire informazioni sicure. 

Ma non è finita qui! Una volta individuato il programma che ci interessa dobbiamo stare bene attenti a scegliere le opportunità giuste. Ovvero bisogna distinguere tra due tipologie di call: call for proposals and call for tenders. Semplificando le Call for proposals sono i bandi (ovvero quelli che ci interessano), mentre le Call for tenders sono delle gare di appalto a livello europeo, molto tecniche ed estramente complesse. 

2. Leggere e comprendere i documenti

Lo so, lo so chi legge le istruzioni? Ma qui temo vi toccherà farlo e arrendervi alla montagna di pagine che vi attende. “Ma sono tantissimi!”. Lo sappiamo bene, ma ti pentirai di non averli letti quando il tuo progetto non otterrà il contributo per un errore formale.

Ogni programma ha le sue linee guida, i suoi obiettivi, il suo contesto ecc. Ecco quindi i documenti essenziali ai fini della presentazione di una candidatura.

  • Il Work Program (WP), ovvero il il programma di lavoro. Un documento che con scadenza annuale, biennale, triennale ecc. (dipende dal programma) fornisce la lista dei bandi in uscita con le tempistiche specifiche e le modalità di partecipazione. In particolare all’interno di un WP troverete: la lista di azioni che si intende finanziare nel periodo di riferimento, il budget messo a disposizione per l’annualità, i criteri di ammissibilità e valutazione e la lista completa delle call che verranno pubblicate, con le principali informazioni riferite a ciascuna call (obiettivi, priorità, risultati attesi, soggetti ammissibili ecc.)
  • Il Bando, ovvero il testo di riferimento vero e proprio delle singole call. Contiene le indicazioni definitive per la presentazione di un progetto (requisiti per la partecipazione, azioni finanziabili, criteri di valutazione, dotazione finanziaria, tempistiche e modalità di presentazione delle proposte, riferimenti per ottenere ulteriori informazioni). Ad esso si accompagnano:

-Le linee-guida che specificano con maggiore precisione le priorità e le tipologie di progetti finanziabili.

-Le guide per i proponenti che contengono informazioni di carattere pratico per la presentazione della proposta.

-Infine il Form ufficiale che è importante conoscere a menadito, Esso verrà poi compilato online una volta pronto il progetto. Solo attraverso una perfetta comprensione della sua struttura e delle domande che pone sarà possibile strutturare una proposta progettuale coerente e completa.

3. Capire gli obiettivi e le priorità dell'UE

Quando si prende in considerazione una call, non bisogna limitarsi ad osservare i suoi obiettivi specifici e le sue priorità particolari, bensì è necessario fare riferimento anche agli obiettivi e alle priorità del programma in cui la call è inserita, e più in generale dell’Unione Europea stessa. 

Ricordiamoci che tutto si inserisce sotto la European Union 2030 Agenda on Sustainable Development, che a sua volta fa riferimento a The United Nations 2030 Agenda, dove sono indicati i 17 Sustainable Development Goals (SDGs) gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Quindi prima di avventurarsi nel mondo dei bandi europei è bene conoscere queste realtà.

4. I beneficiari

Come abbiamo detto i bandi europei si rivolgono a tutti i cittadini dell’Unione, ma quando si parla di europrogettazione è importante distinguere le tre categorie principali di beneficiario:

  • I beneficiari, ovvero le organizzazioni e/o le persone che possono presentare una proposta progettuale e ricevere un contributo.
  • I beneficiari Ultimi, ovvero le organizzazioni e/o le persone che beneficeranno del progetto in modo indiretto nel lungo periodo.
  • I gruppi target, ovvero le organizzazioni e/o le persone direttamente coinvolti nella realizzazione delle attività.

5. Il valore aggiunto Europeo

Quando si presenta un progetto europeo non è sufficiente dar prova di essere in linea con le priorità e gli obiettivi strategici. Al contrario bisogna dimostrare il valore aggiunto della nostra idea , ovvero bisogna dimostrare che, in assenza del finanziamento erogato, l’attività non potrebbe essere realizzata oppure avrebbe un impatto decisamente minore. In particolare è importante dimostrare come il progetto non abbia una ricaduta su di un unico paese, ma bensì sia capace di generare valore anche in altri stati dell’unione e abbia un alto grado di scalabilità. 

Questo aspetto è fondamentale ai fini dell’ottenimento del contributo. Dobbiamo essere consapevoli che un progetto europeo non può essere confinato nei parametri nazionali.

6. Il contesto

Immaginate di aver trovato un’idea eccezionale, magari a seguito dello studio di uno specifico progetto impreditoriale o scientifico, oppure in risposta ad una problematica specifica, o ancora per favorire gli scambi internazionali e stimolare la circolazione di competenze e buone pratiche.

Qualunque sia la risposta ciò che conta è che l’idea dovrà essere necessariamente contestualizzata, ovvero inserita in un quadro specifico dove sia possibile capire perchè essa è stata scelta e garantire uno sviluppo coerente e fluido del progetto stesso. Gi elementi sui cui sarà necessario soffermarsi sono:

  • Il contesto stesso della vostra idea, ovvero di che settore stiamo parlando? Quali sono le sue carattersitiche? Chi vi opera? Che valore possiede e produce? ecc.
  • Le motivazioni, ovvero perchè si è deciso di perseguire una determinata idea attraverso una serie di azioni. Generalmente si individua il problema o la necessità alla base della nostra idea, e se ne analizzano gli effetti negativi.
  • L’impatto, ovvero la nostra capacità di generare conseguenze positive su i gruppi target e i destinatari, grazie al nostro intervento. Anche in questo caso il focus è sul processo: come dalla situazione iniziale, la mia idea sia in grado di generare un impatto positivo e dei risultati. 
  • La raccolta di precedenti, ovvero una panoramica su quanto già fatto in passato nel mio stesso ambito e quali effetti ha prodotto. In particolare è molto importante cercare eventuali progetti europei che propongono progetti e soluzioni simili alle mie (due strumenti essenziali per questa ricerca sono CORDIS e Erasmus+ Project results .)

7. Il quadro logico

Malgrado la prima tentazione sia quella di mettersi a scrivere papiri in merito alla nostra idea progettuale, questa tattica non è mai consigliabile, e men che meno nel caso di un progetto Europeo. Infatti essi tendono a essere per loro natura, e spesso per l’ampiezza del partenariato e delle attività, molto complessi e per svilupparli al meglio è necessario inquadrarli in un framework preciso: il quadro logico.

La realizzazione del quadro logico è la baseline da cui partire per la formulazione della proposta progettuale, e sintetizza schematicamente la struttura della nostra idea e il suo sviluppo. Esso è fondamentale sia per la composizione del progetto sia per il suo monitoraggio una volta che le attività hanno avuto inizio.

In generale il quadro logico si divide in due macrocategorie: la logica dell’intervento e gli indicatori. Vediamo cosa sono e come possiamo usarle.

La logica dell’intervento è banalmente l’insieme di obiettivi, risultati, attività che il progetto prevede:

  • L’analisi del bisogno, o Need analysis.  Ovvero mi devo domandare che cosa mi spinge a  realizzare il progetto, quali sono le dinamiche su cui voglio intervenire (il problema che voglio risolvere, il bisogno che voglio colmare).
  • L’obiettivo generale, ovvero il contributo generale a cui il progetto è chiamato a rispondere. Generalmente non si discosta molto dagli obiettivi della call.
  • L’obiettivo specifico, ovvero l’effettivo esito derivante dalla realizzazione del progetto, e quindi generato direttamente dalle attività progettuali
  • Le attività progettuali, ovvero le azioni concrete che voglio implementare grazie al mio progetto.
  • I rìisultati attesi, ovvero ciò che il progetto produce concretamente, i cossidetti output.

Suggerimento: è sempre una buona pratica identificare un filo logico tra questi elementi, ovvero tra bisogno, obiettivo generale, obiettivo specifico, attività e infine risultati attesi, così da avere chiaro in mente il processo logico che ha dato vita al nostro progetto. Ma per misurare efficacemente la fattibilità e per monitorare progressivamente il progetto durante la sua realizzazione avremo bisogno degli indicatori. 

Gli indicatori sono coloro che ci danno la misura del raggiungimento di un obiettivo o di un risultato. Essi devono essere misurabili e si dividono generalmente in quantitativi e qualitativi. Ma come si crea un indicatore? Banalmente ponendosi delle domande. Proviamo a fare un esempio: Il mio obiettivo è aumentare il numero di bambini che legge in una data scuola, la mia attività sarà un laboratorio sulla lettura con le classi. Per verificare che effettivamente il mio progetto ha portato al risultato voluto userò come indicatore il numero di libri letti da ciascun bambino nel corso dell’anno. Se paragono questo dato a quello dell’anno precedentemente avrò un’idea chiara del grado di successo o insuccesso del mio progetto. Per questo è fondamentale raccogliere dati all’inizio del progetto, così da poter fare un’analisi comparativa con i dati finali. 

Per misurare un indicatore e valutarne il risultato mi avvalgo di strumenti specifici che sono essenziali al buon funzionamento dell’indicatore stesso:

  • Lo strumento, ovvero la modalità con cui andrò a misurare il mio indicatore. Nel caso dei bambini e della lettura sarà sufficiente un questionario a voce. 
  • La condizione, ovvero ciò che deve verificarsi perchè io possa considerare ottenuto il risultato. Nel nostro caso la condizione potrebbe essere che almeno il 70% dei bambini abbia letto due libri in più dell’anno precedente.

Insomma il quadro logico è abbastanza complicato, ma una volta fatto vi accorgerete che il vostro progetto è tutto lì e che a voi non resta che scriverlo.

8. Il partenariato

La gran parte dei bandi Europei prevede un partenariato. Sembra un aspetto facile, ma è probabilmente la parte più complessa della progettazione europea. Trovare partner compatibili con le nostre idee e metodologie non è facile e spesso si rischia di costruire collaborazioni deboli e mal assortite. 

La soluzione migliore è sempre quella di utilizzare la propria rete di contatti internazionali e fare affidamento su organizzazioni e persone con cui abbiamo già intrecciato dei rapporti, o ancora usare la nostra rete di conoscenze per individuare possibili partner tra i loro contatti. 

Se questo non fosse possibile, per esempio a causa della mancanza di un network internazionale, la soluzione alternativa sarebbe quella di aggregarsi a qualche realtà italiana per i primi tempi e seguirli come partner di progetto così da farsi una nomea e ottenere i contatti.

In mancanza di queste soluzioni è possibile cercare i partners attraverso i social network e in particolare LinkedIn, i quali sono molto gettonati e dove è possibile trovare numerosi Working Group che hanno come unico scopo quello di costruire partenariati. Esistono anche portali “orizzontali”, dove è possibile registrare la propria organizzazione e trovare contatti utili, uno dei più conosciuti è certamente Up2Europe.

9. La lingua

L’inglese … non c’è scappatoia. Anche nei casi in cui l’agenzia di valutazione sia in Italia ed esista la possibilità, scrivere in Italiano è altamente sconsigliato. In primis perchè il progetto lo devono leggere anche i partner; si potrebbe pensare che una soluzione sia scrivere  due proposte parallele (una ufficiale in italiano e l’altra in inglese) ma è solamente uno spreco di tempo. Qundi è meglio rassegnarsi all’inglese e tanti saluti. 

Inoltre è assolutamente sconsigliato scrivere in italiano e poi tradurre: una fatica inutile con risultati terrificanti. 

La soluzione è allenarsi e prendere la mano, ben consapevoli che nessuno pretende un livello impeccabile di inglese e che l’importante è essere chiari e concisi. Ovviamente per fare questo è necessario avere una conoscenza pregressa della lingua molto buona.

9. La Cultura Progettuale

Non ci stancheremo mai di dirlo, ma ciò che veramente conta è la preparazione. Arrivare all’ultimo minuto con un progetto messo in piedi in due settimane non è il modo migliore per affrontare l’europrogettazione. Essere pronti in anticipo con un piano strategico efficace e idee progettuali basate su esigenze reali, supportate da esperienze di progettazione partecipata … ecco il segreto del successo. Il progetto non può e non deve essere unicamente funzionale all’ottenimento del contributo, ma bensì il risultato di un lungo lavoro di osservazione e analisi. Ma dell’importanza della cultura progettuale e perchè essa sia fondamentale nell’europrogettazione parliamo più approfonditamente qui.

Insomma ci vuole sicuramente metodo e abilità per preparare un progetto europeo vincente, ma con calma e dedizione è possibile acquisire questa competenza.

Se invece non ve la sentite di affrontare questo percorso da soli noi siamo qui per voi! Per gestire tutti questi aspetti tecnici che possono rendere poco appetibile l’idea di candidarsi ad un bando europeo, ma che diverrebbero per voi ininfluenti grazie all’intervento di un progettista professionista.  

Se siete curiosi e volete saperne di più non esitate a contattarci!