Il 24 marzo la nazionale italiana ha subito una sconfitta epocale, da parte della Macedonia del Nord, con la consequente esclusione dai Mondiali 2022. A distanza di 4 anni dai mondiali 2018, ancora una volta, il paese si vede escluso da uno degli eventi sportivi più importanti e seguiti a livello internazionale. Ma malgrado l’amarezza, quanto accaduto ci offre uno spunto di riflessione importante. La sconfitta è inevitabile in tutti gli ambiti della vita, e lo è in maniera particolare nel mondo dei bandi di finanziamento: prima o poi ogni organizzazione si troverà a dover accettare di aver perso.
Perché la sconfitta è inevitabile?
Partecipare ai bandi di contributo e finanziamento è un’attività stimolante ed estremamente profittevole per un’organizzazione – sia essa un’ente non profit, un ente pubblico, un’azienda ecc. – se fatta professionalmente. Ma, questo non impedisce certamente le inevitabili sconfitte lungo il percorso.
Per loro stessa natura i bandi prevedono dei “vincitori” e dei “perdenti”. Partecipare ad un bando, per certi versi, vuol dire scommettere su di un progetto in cui si crede, che potrebbe rivelarsi vincente come fallimentare. Soprattutto negli ultimi anni, l’impennata di domande di contributo e la sempre maggiore attenzione intorno ai contributi erogati (anche grazie all’avvio del PNRR), ha avuto come conseguenza un forte aumento della concorrenza. A sostenere l’incremento delle richieste vi è un aumento consistente degli strumenti di finanziamento, con una disponibilità di fondi enorme se confrontata agli anni passati.
Quindi un’organizzazione che si appresti a presentare un progetto deve essere ben consapevole che la sua abilità di presentare un progetto ben strutturato e rispondente alla richieste dell’ente erogatore non è sinonimo di vittoria certa. Proprio a causa dell’altissima concorrenza, anche progetti di qualità rischiano di non arrivare tra quelli finanziabili. Nella maggior parte dei bandi, la percentuale di domande finanziate è di circa il 10% del totale delle richieste presentate.
Come affrontare la sconfitta.
Appurato che la sconfitta va messa in conto come possibilità, come la si affronta?
Sembra quasi un controsenso: investire nella preparazione di un progetto vincente; utilizzare tempo, risorse e denaro per poi vedersi negato il contributo! La domanda “chi me lo fa fare?” appare più che legittima.
Proprio per questo la partecipazione ad un bando non può essere un evento una tantum, ma parte di una strategia strutturata e coerente che richiede l’impegno costante dell’organizzazione in questione, oltre che un continuo monitoraggio delle opportunità disponibili. Per sapere di più su come partecipare ad un bando leggi il nostro articolo al riguardo qui.
Quindi ecco qui le strategie da utilizzare per non lasciare che la paura del fallimento vi privi di questa importante possibilità:
- Essere organizzati: presentarsi ai bandi saltuariamente e in maniera caotica non è una strategia efficacie, al contrario si rivela dispersiva e fallimentare. Al contrario avere un impianto strutturato di ricerca e selezione dei bandi, capace di individuare per lo stesso progetto più opportunità di finanziamento, così da incrementare le possibilità di ottenere il contributo è essenziale.
- Selezionare i bandi a cui partecipare: presentarsi a tutti i bandi in maniera indiscriminata non è una strategia vincente. Vi farà solo perdere tempo e sprecare risorse. Affidarsi ad un progettista esperto in questa fase è fondamentale, in quanto sarà in grado di indirizzarvi verso le opportunità più adatte a voi. Scopri di più sul nostro metodo di selezione del bando qui.
- Cercare il riscontro: uno degli elementi più importanti di una mancata ammissione a contributo sono le motivazioni che hanno portato a questa decisione. Sapere il perché della nostra esclusione è fondamentale per prepararsi ad una futura ricandidatura e migliorare la propria metodologia di progettazione. Nel caso dei bandi europei al risultato negativo si accompagna una relazione di valutazione, in cui vengono esposte le ragioni dell’esclusione; inoltre i Desk (uffici) italiani, che si occupano della valutazione, sono disponibili al confronto diretto. Altri enti non sono altrettanto disponibili, ma cercare un riscontro è sempre importante, per evitare gli stessi errori nel futuro.
- Avere un piano b: non accontentarsi di presentare un progetto ad un unico bando, ma avere sempre un piano b per maggiore sicurezza. Alle volte ci sembra di aver trovato il bando perfetto per il nostro progetto, e le probabilità di vittoria ci appaiono quasi scontate: mai sedersi sugli allori! Anche in questi casi è importante darsi da fare per trovare uno strumento alternativo con cui finanziare il proprio progetto.
- Non farsi scoraggiare dalla sconfitta: perdere fa “parte del gioco”, prima ci si abitua a questa realtà, migliori saranno i risultati futuri. Alle volte il mancato ottenimento di un contributo non dipende da noi, ma da altri fattori come: la scarsità di risorse, oppure un livello di competizione molto alto. L’importante è non arrendersi e andare avanti a credere nei propri progetti.
Perchè la sconfitta è importante
Perchè ci costringe a metterci in discussione, a porci delle domande. Era davvero un progetto rilevante rispetto agli obiettivi del bando? Ho preso in considerazione tutti i criteri di valutazione per massimizzare le mie possibilità? Ho analizzato i bisogni, le esigenze del territorio, supportando la mia analisi con dati oggettivi?
Quando si crea un progetto il rischio è sempre quello di rinchiudersi nella propria bolla, tanto da esserne accecati. Il progettista è in continua discussione con sè stesso e confronto con i suoi interlocutori. Dagli insuccessi trae esperienza e della sana autocritica.
Quindi imparare a perdere è forse una delle prime lezioni da fare proprie quando si entra nel mondo dei bandi. Il successo arriva a chi ha pazienza ed è disposto a rischiare.